Carlo Carrà (1881 - 1966)

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Biografia breve di Carlo Carrà

Carlo Carrà (1881 - 1966) è stato un artista del XX secolo. Nasce a Quargnento (Alessandria) nel 1881, muore a Milano nel 1966; pittore. Sul finire degli anni Venti lavora con particolare intensità alla ricerca sul paesaggio (quello marino, di Forte dei Marmi, dove è solito trascorrere l'estate) e alle composizioni di figure, ambientate in interni spogli o in esterni altrettanto nudi ed essenziali. L'insistenza su questi pochi temi caratterizza anche la produzione degli anni Trenta, ad apertura dei quali si collocano opere come Estate (1930) e Nuotatori (1930-32), profondamente «novecentiste» per lo spirito costruttivo e il sintetismo arcaizzante e potente, frutto del «modo profondo con cui sentí l'arte di Giotto» (Ragghianti, 1936). Si parlerà di spirito costruttivo, si ricorderà il legame con l'arte trecentesca: si tratta di elementi che avvicinano Carrà al Novecento italiano (al quale, peraltro, non aderirà mai espressamente), in particolare ai fondamenti della poetica sironiana (sempre tesa a ribadire la priorità degli «elementi architettonici» dell'opera), come risulta da una dichiarazione del 1945 a proposito della costruzione del quadro: «Non si può parlare di espressione di sentimenti pittorici senza tener calcolo di questi elementi architettonici, che subordinano a sé tutti i valori figurativi di forma e colore.» Quanto al retaggio dell'esperienza metafisica, rimane (oltre a certi interni geometrici e rarefatti) l'atmosfera sospesa e come di arcana aspettazione in cui si fronteggiano le figure, pur corpose e monumentali (Atleti in riposo, 1935; Ragazzo a cavallo, 1936; Vigilia di Pasqua, 1937). La vicinanza al Novecento gli permette di partecipare alle mostre organizzate su iniziativa del movimento a Parigi e Berlino (1929), a Berna e Basilea (1930); ricordiamo inoltre la sala alla I Quadriennale romana (1931) e le personali di Praga (1932), Milano (1935), Berna (1938). Nel 1934, assieme a un folto gruppo di colleghi (tra cui Campigli, Funi, Marini, Martini, Sironi) firma il Manifesto apparso ne «L'Ambrosiano» in cui si denunciano le disagiate condizioni in cui gli artisti sono costretti a operare e si auspica «l'unione delle forze piú valide» in vista della fondazione di un'«accademia delle arti» che poi non avrà seguito. Quanto alla parte «costruttiva» di tale manifesto, si tratta di poche e generiche affermazioni, o meglio appelli al appelli «concetto classico delle arti» e alla «umana concezione latina». Negli anni Trenta, al pari di altri colleghi, anche Carrà si misura con le grandi superfici: dopo II lavoro del marmo (1931), studio per un affresco mai realizzato (ma il soggetto verrà ripreso in tre grandi pannelli presentati alla VI Triennale di Milano del '36), con il murale Italia romana è presente alla V Triennale e, nel dicembre dello stesso 1933, sottoscrive il sironiano Manifesto della pittura murale. Sullo scadere del decennio, infine, partecipa all'impresa decorativa del palazzo di Giustizia di Milano con gli affreschi Giustiniano e Il giudizio universale. Nello stesso anno conclude la collaborazione come critico d'arte a «L'Ambrosiano», iniziata 17 anni prima.

FONTE: ANNITRENTA

Carlo Carrà Quotazioni

I bozzetti e gli studi possono valere dai €1000 ad oltre i €10.000.
Le opere compiute e impegnate possono valere dai €10.000 ad oltre i €100.000.
Le quotazioni di Carlo Carrà per gli oli più importanti possono essere di oltre €100.000.
Il record di vendita del pittore è di circa €3.500.000 nel 2014.
Le opere più richieste dell'artista sono i quadri della fine degli anni '10 e degli anni '20. La qualità, la conservazione e le dimensioni sono fattori fondamentali nello stabilire le quotazioni di un quadro o un disegno del pittore piemontese.
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